Il superamento della velocità del suono è per i
costruttori di velivoli un problema tecnico molto complesso, che
presenta d'altra parte aspetti interessanti anche dal punto di
vista strettamente teorico. Ogni punto dell'aereo in volo emette
delle vibrazioni sonore (onde di compressione) che si propagano
nell'aria. Finché la velocità dell'aereo è
inferiore a quella del suono, le onde sonore emesse dai punti
dell'aereo stesso si propagano in tutte le direzioni, e in particolare
anche in quella lungo la quale procede l'aereo, precedendolo.
Ma quando un aereo procede ad una velocità superiore a
quella del suono, cioè ad una velocità supersonica,
le onde di compressione emesse dai suoi punti non potranno anticipare
l'arrivo dell'aereo nelle zone d'aria poste davanti ad esso, in
quanto tali onde sono più lente dell'aereo stesso. È
proprio nel brusco passaggio tra queste due differenti condizioni
di volo, è cioè da una velocità subsonica
a una supersonica, che si verifica quella condizione di instabilità,
con salti di pressione, vortici e altri fenomeni difficilmente
controllabili, che furono responsabili, durante i primi tentativi
di volo di incidenti a volte anche molto gravi. È per tali
motivi che si parla (in senso figurato) di muro del suono. E lo
scoppio, il bang che si sente quando un velivolo supera questa
barriera è dovuto alle brusche variazioni di pressione
che si verificano sulla superficie esterna dell'aereo al suo passaggio
attraverso la barriera e all'accumulo di onde sonore. Il primo
volo supersonico venne effettuato nel 1947 dal capitano statunitense
Charles Yeager, a bordo di un aereo sperimentale, il Bell XS-1
(immagine a sinistra). Attualmente la velocità del suono
è largamente superata non solo dagli aerei sperimentali
e da quelli militari, ma anche dagli aerei di linea, come il Concorde.
La velocità del suono è diventata infine una unità
di misura, il Mach. In questo modo la denominazione Mach 2 significa
una velocità doppia rispetto a quella del suono.
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